Giorgio Pasolini: la banca tra presente e futuro

Il futuro della Banca si muove verso nuove direttrici, in equilibrio tra due ruoli: quello di sostegno al territorio e di azienda. Giorgio Pasolini, direttore generale della BCC di Brescia, ha una visione chiara della realtà bancaria e del suo sviluppo.
«Noi siamo una banca del territorio, con una caratteristica importante: la proprietà è in forma di cooperativa – spiega –. Non è una società di capitale, ma ogni testa vale un voto. Indubbiamente anche noi abbiamo necessità di fare impresa: per stare sul mercato bisogna avere una sana e prudente gestione, saper coprire i crediti anomali e fare utile. Tutto quello che raccogliamo come BCC Brescia, però, lo investiamo sul nostro territorio, cercando di sostenere famiglie e imprese».

 

Giorgio Pasolini: la banca tra presente e futuro

Una riflessione che si muove parallela a un nuovo tipo di rapporto tra banca e impresa. «Durante la crisi le banche sono state ammortizzatore sociale, assorbendo il deterioramento del tessuto imprenditoriale – prosegue Pasolini –. Le imprese rimaste sono quelle più sane, e che oggi chiedono più operazioni a medio termine. L’indebitamento bancario a medio termine, di conseguenza, consente maggiore equilibrio e una struttura finanziaria più adeguata. E non dimentichiamo le piccole realtà: per noi è normale sostenere l’artigiano o il professionista con affidamenti ponderati sulle specifiche esigenze».

 

Idee precise anche sul tema abitazioni. «Nell’ultimo decennio abbiamo avuto tassi sui mutui casa bassissimi, ma ciò non ha tuttavia generato un boom della richiesta – l’analisi –. L’instabilità del lavoro per i giovani è un problema: un tempo nessuno si preoccupava di non riuscire a pagare il mutuo. Fino al 2010 non c’erano insolvenze: poi in tanti hanno perso il lavoro e molti hanno scelto di pagare l’affitto, magari più elevato della rata del mutuo: non se la sentono di avere un elevato debito a lungo termine».

Intanto la banca del terzo millennio ha dovuto iniziare ad erogare nuovi servizi, alla ricerca di un punto di sintesi. «Una componente equilibrata tra margine di interesse e margine di servizi crea un risultato positivo – chiude Pasolini –. Più è equilibrato il rapporto tra le due componenti, più la banca è capace di fare mercato. Oggi si sente spesso dire che la banca è lo smartphone: io penso che non sia il futuro, ma uno strumento. La banca si distingue per la relazione, se si è in grado di avvicinare i clienti e offrire Loro dei servizi validi si ha prospettiva. Abbiamo 60 filiali sul territorio, 59 in provincia di Brescia con quasi 400 dipendenti e oltre 80mila clienti. Siamo testa, cuore e anima di questo territorio».

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