Stripe: con le pmi per i pagamenti digitali

L’impresa non si digitalizza solo nei suoi aspetti produttivi, ma anche in quelli economico-finanziari. Un tema che riguarda, in particolare, i pagamenti B2B e l’ascesa della carta di credito virtuale, sempre più diffusa anche in Italia come strumento alternativo per le transazioni cliente-fornitore, grazie a vantaggi quali l’ottimizzazione del cash flow, un miglior controllo delle spese e la semplificazione dei processi interni. Una linea chiara, testimoniata – come riporta il sito Wired.it – anche dalla crescita del tasso di penetrazione delle carte in Italia, in aumento del 5% annuo stabile da un quadriennio grazie al ricambio generazionale, e a una nuova leva di consumatori sempre più propensi all’utilizzo di strumenti adatti agli acquisti online.

 

Stripe: con le pmi per i pagamenti digitali

www.stripe.com

La vera novità, però, è l’arrivo nel nostro Paese di una realtà in più nel settore: l’americana Stripe, che sarà presente con un country manager e uno staff concentrato sullo sviluppo e l’assistenza alla clientela locale, oltre che sulla localizzazione in italiano di tutti i prodotti software.

L’obiettivo dell’azienda è quello di far crescere la fetta dei pagamenti online rispetto al totale delle transazioni planetarie, facendo leva su margini di crescita enormi (il 95% dei pagamenti è ancora offline). E su una certezza: il forte tasso di internazionalizzazione posseduto dalle Pmi tricolori che nascono online.

Una propensione che si traduce in percentuali di export superiori a tutta Europa. “Un’azienda che nasce digitale, per sostenersi e crescere deve puntare subito all’internazionalizzazione – ha raccontato a Wired Alessandro Astone, country manager di Stripe –: le rotte sono quelle tipiche del Made in Italy, quindi Francia e Germania, poi Stati Uniti e America Latina. In questo contesto si innesta il cambiamento positivo negli acquisti: l’uso delle carte di credito e debito è diventato il primo strumento di pagamento online, rispetto al contante alla consegna, che però è molto diffuso”.

Il modello Stripe, quindi, si gioca tutto su questo cambio di paradigma. “Rispetto ad altre nazioni, dove la tecnologia si è diffusa in modo più rapido, l’Italia ha tempi lunghi, anche se l’e-commerce cresce in doppia cifra – chiude Astone –. La nostra sfida, per i pagamenti digitali, è interloquire e coinvolgere anche realtà molto piccole, diverse da quelle con cui parliamo in altri Paesi”.

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