Verso il «risparmio sferico», e oltre. Alla ricerca del continuo miglioramento delle tecnologie, e quindi delle prestazioni economiche, ma anche del benessere dei lavoratori.
La Fabbrica d’Armi Pietro Beretta di Gardone Val Trompia si muove tra l’attenzione agli investimenti e quella al proprio personale: caratteristiche che l’hanno resa un’azienda nota in tutto il mondo. E che vengono raccontate dal direttore di produzione Enrico Ravagnani, presente in società da 16 anni, affiancato da Calogero Spoto, responsabile del Gruppo di Miglioramento Continuo.
Tra investimenti e capitale umano
Beretta
«In ambito industriale, parlare di risparmio significa per noi seguire differenti linee d’azione – riflette Ravagnani –. La prima riguarda il piano degli investimenti: puntiamo su nuove tecnologie e impianti, rivolti all’efficientamento in ottica 4.0. Inoltre cerchiamo di internalizzare le migliori tecnologie presenti sul mercato, per avere una riduzione dei costi: ogni anno viene presentato un piano strutturato e strategico in tal senso, e il Gruppo investe circa il 5% del fatturato».Una fetta importante dei ricavi quindi, seguendo un obbiettivo chiaro e condiviso: il miglioramento continuo. «I lavoratori partecipano alla discussione e propongono idee sulla loro attività produttiva, per aumentare il benessere a 360 gradi – aggiunge –. Penso, da questo punto di vista, alla postazione di lavoro e alla ricerca di un’ergonomia della stessa, ma anche alla sicurezza e all’impatto sull’ambiente circostante, Ecco perché parliamo di un risparmio di tipo “sferico”: non c’è solo la parte finanziaria ma anche quella del benessere lavorativo». Un tema sempre più sentito, che intreccia le continue riforme pensionistiche e la tendenza all’allungamento del periodo in azienda. «Se non teniamo conto di questo fattore andremo incontro a diverse problematiche» prosegue Ravagnani.
«Ma non è tutto: stiamo potenziando su più livelli l’ambito manutentivo, sviluppando una serie di progetti che attraverso la sensorizzazione dei macchinari mirano alla manutenzione predittiva. A partire da tutte le rilevazioni che il tecnico, munito di tablet, effettua lungo il percorso produttivo. L’obbiettivo è ricevere dagli strumenti informazioni da cui estrapolare un modello di funzionamento ideale dei macchinari stessi».